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La storia del Concerto Cittadino “Edoardo Chiti”
Gli inizi
Il Concerto Cittadino nasce nel mese di Maggio del 1842 per volontà di un gruppo di bandisti che si riuniscono spontaneamente, ed è la più antica società bandistica tra quelle ancora esistenti nella Provincia di Prato.
In un primo tempo la banda non ha ancora una sede stabile e non è un complesso strumentale completo, ma un gruppo di appassionati che sfilano per le vie cittadine suonando marce militari e inni sacri, senza neppure una divisa, caratterizzati solo da un cappello a bombetta con tanto di penna infilata nel nastro, tenuti insieme esclusivamente dal comune amore per la musica. Il primo direttore è probabilmente Giuseppe Nuti, uno dei maestri pratesi dell’Ottocento, buon compositore e primo direttore d’orchestra del Teatro Metastasio; inoltre, è il direttore della scuola comunale di musica di Prato, dove presta la sua opera per oltre vent’anni. Fra gli allievi che escono dalla scuola, molti vanno a rinforzare le fila della banda che, ormai equilibrata dal punto di vista strumentale, può così iniziare la sua vera vita artistica.
Nel 1850 assume la direzione della banda Vinceslao Bonicoli, esperto suonatore di flauto e clarinetto, allievo del Nuti. Sotto la sua guida, appassionata e competente, la banda trova definitivamente la sua formazione stabile ridimensionando l’organico in funzione di un miglior equilibrio strumentale, e inaugura anche la sua prima divisa: giacca di panno nero con spalline e cinturone dorati, pantaloni grigi con ghette bianche. Ed è in quest’epoca che sorge la tradizione del concerto domenicale: puntualmente, ogni domenica, i cittadini confluiscono dai quattro quartieri nella Piazza del Comune, allora Piazza del Grano, per riunirsi ad ascoltare la musica della loro banda, che si diffonde nell’ambiente cittadino non ancora turbato dal rumore e dal fumo degli automezzi.
Dopo soli tre anni però Bonicoli deve lasciare la direzione della banda, che viene temporaneamente assunta da Augusto Borgioli, altro grande maestro dell’Ottocento, che per i suoi tanti impegni non può divenire il direttore stabile e rimane alla guida del complesso in attesa di un nuovo maestro, fino al 1856.
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Il maestro Chiti
Nel 1868 diventa direttore della banda cittadina il Maestro Edoardo Chiti, suonatore di trombone, proveniente da una famiglia pratese da varie generazioni dedita al culto dell'arte musicale: succede al fratello Giovanni, direttore della banda per dodici anni. Egli dà subito al complesso cittadino un nuovo impulso, inquadrandovi i nuovi allievi da lui formati in qualità di maestro delle scuole comunali di strumenti a fiato, e dimostrando inoltre una sorprendente abilità nelle riduzioni e negli adattamenti di brani per banda, tratti soprattutto dal repertorio del melodramma. Nei primi decenni del Novecento la banda raggiunge così un’efficienza tale da metterla in grado di affrontare notevoli prove come il concorso regionale di Montecatini nel 1911, nel quale riesce a conseguire il secondo premio, che accresce ulteriormente l’interessamento e l’attaccamento della cittadinanza verso la sua banda.
Il maestro Chiti rimane alla direzione della banda per un periodo lunghissimo, interrotto solo all’età di settantasette anni, nel 1916. È naturale che alla sua morte, avvenuta serenamente nel mese di Febbraio del 1922, si voglia intitolare al nome del musicista pratese la “vecchia banda” che per ben quarantotto anni egli aveva diretto con una dedizione e un attaccamento unici.
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Una folla commossa partecipa il 25 Febbraio 1922 al funerale del maestro Edoardo Chiti, dirigendosi verso il convento dei Cappuccini. Per il lungo periodo, quarantotto anni, in cui è stato alla guida della banda cittadina, essa prenderà il suo nome. |
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Il novecento
A Edoardo Chiti succede il pratese Gustavo Vannucchi, che dà prova di talento musicale nelle sue molte e apprezzate direzioni di concerti di piazza. Resta alla guida della banda fino al 1928, anche se con una parentesi, dal 1919 al 1922, in cui lascia il podio a Giorgio Lascialfari. Subito dopo di lui, viene nominato direttore della banda di Prato Luigi Borgioli, figlio d’arte e musicista di indubbio valore, cui si debbono notevoli successi; egli però, dati i suoi numerosi impegni professionali come compositore, direttore d’orchestra e di coro, è costretto a cedere l’incarico al Maestro Danilo Zannoni, direttore della corale cittadina “Giuseppe Verdi”. Ma anche lo Zannoni deve dimettersi per gli stessi motivi del suo predecessore, ed è sostituito prima da Giuseppe Ciacci, fino al 1932, poi da Giovacchino Bardazzi, professore di trombone, che porta la banda a distinguersi in vari concerti.
Siamo nel 1934. Alla Banda Chiti incombe ora la soluzione del problema di una direzione stabile, che consenta una riorganizzazione dell’istituzione e un riassestamento dell’organico anche dal punto di vista strumentale. La scelta del nuovo direttore cade così su Temistocle Pace, professore di clarinetto e musicologo di indubbio valore; scelta felicissima, perché il maestro rinnova la banda cittadina, portandola a conseguire considerevoli successi di pubblico e di giurie, tra i quali spicca il primo premio assoluto al concorso regionale di Lucca del 1934.
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Il dopoguerra
Durante la seconda guerra mondiale l’attività viene sospesa, ed è grazie alla costanza e all’impegno di alcuni vecchi suonatori che, superate le prime difficoltà, la banda si ricostituisce dopo la fine del conflitto. Manca però un direttore. Scomparso tragicamente il Maestro Pace nel corso di un bombardamento aereo nemico, la direzione, dopo essere stata affidata provvisoriamente al Maestro Virgilio Bruscalupi, passa nel 1944 al Maestro Aldemaro Dugini, che manterrà tale incarico fino al 1963. E’ sotto la sua direzione che, finalmente, il Concerto Cittadino si dota di una sede propria, che pone fine al continuo pellegrinare della banda, dalle cantine di Piazza del Comune alla soffitta dei Pompieri in Via Convenevole, da un’ala del Convento di San Domenico a un’ala del Castello dell’imperatore, dal Ridotto del Teatro Metastasio alla palestra delle scuole di Via del Seminario. Nel febbraio 1957 viene infatti inaugurata la sede in località “orto del lupo”, al numero 8 di Via Giovanni di Gherardo, dove tuttora si trova la società. Nel 1963 il Maestro Dugini deve lasciare la direzione, che passa prima al Professor Lorenzo Semeraro, sotto il quale si avranno notevoli prestazioni concertistiche e considerevoli successi, poi al Maestro Giuseppe da Prato.
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Il rinnovamento
A metà degli anni ’70, ecco una svolta decisiva. Il Concerto Cittadino “Edoardo Chiti” attraversa un periodo di difficoltà economiche dovute principalmente all’usanza di rinforzare l’organico in occasione dei concerti chiamando alcuni musicisti esterni, che si fanno pagare profumatamente. Inoltre, la partecipazione degli strumentisti è in calo, l’età media comincia ad essere molto alta, e il repertorio tradizionale di fantasie trascritte da opere liriche si rivela non più al passo con i tempi.
Il consiglio direttivo sceglie coraggiosamente di percorrere una strada nuova: decide di lasciare fuori dal complesso i musicisti mercenari e rinnova l’organico grazie al Maestro Giulio Gabbiani, professore di trombone, che per anni ha portato la sua orchestra di musica leggera in tutta Italia e anche un po’ nel mondo, e che adesso si dedica con passione alla formazione musicale dei giovani come insegnante presso la scuola comunale di musica “Giuseppe Verdi”; il complesso formato da una ventina di giovani elementi che Gabbiani ha creato negli anni precedenti accetta la proposta del consiglio della Chiti di entrare a far parte della banda cittadina. Non solo, il maestro Gabbiani, mentre si sta cercando un nuovo direttore stabile, riesce ad ottenere l’aiuto per la direzione del figlio Roberto, a quei tempi Maestro del Coro del Comunale di Firenze, poi, fino a poco tempo fa, del Teatro alla Scala di Milano; egli inizia a rinnovare il repertorio: le trascrizioni operistiche vengono sostituite da brani strumentali classici e da composizioni originali per banda, le vecchie marce tradizionali cedono il passo a quelle più brillanti del repertorio americano.
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La banda … l’orchestra
Ben presto la bacchetta passa al giovane Maestro Angelo Iuorno, direttore del complesso fino al 2003, che prosegue il rinnovamento del repertorio iniziato da Roberto Gabbiani; poi il maestro si impegna a realizzare arrangiamenti ad hoc per l’organico della Chiti, prima di grandi successi italiani ed internazionali di musica leggera, esplorando anche gli stili del novecento, come il jazz, lo swing e il blues, poi di colonne sonore del cinema.
Infine, alle soglie del suo 150° compleanno, festeggiato con un concerto nel Teatro Metastasio, avviene l’ultima trasformazione, con l’inserimento nel complesso di un gruppo di violini e di una sezione ritmica moderna, formata da batteria, chitarra elettrica, basso elettrico e tastiera, che porta la vecchia banda a diventare un’orchestra ritmo sinfonica; il Concerto Cittadino “Edoardo Chiti” rimane comunque l’orchestra della città e della gente, come la vecchia banda del 1842.
(Simone Puggelli)
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